Il benessere abitativo in casa: considerazioni e consigli per la sua ottimizzazione intervenendo sulle intercapedini
Le finalità di un corretto isolamento termico, che si tratti di un’edificio nel quale lavoriamo o di una comune abitazione poco importa, sono essenzialmente due:
- massimizzazione del benessere abitativo;
- ottimizzazione del livello di risparmio energetico (testimoniato da bollette meno care e conseguente miglioramento della classe energetica di appartenenza dell’immobile, che può essere verificata tramite un apposito attestato rilasciato da un tecnico abilitato Certificatore Energetico).
Per benessere abitativo (ma si può utilizzare anche il termine “termoigrometrico”) ci riferiamo ad una sensazione che ci consente di stare bene nell’ambiente in cui viviamo.
Si tratta di una condizione psico-fisica, la cui ottimizzazione consente a chi risiede in quel determinato edificio di percepire un livello di confort tale da non dover ricorrere sistematicamente e soprattutto indiscriminatamente all’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e di raffreddamento in inverno e in estate.
Se siamo abituati ad un uso elevato dei sistemi di riscaldamento senza raggiungere una situazione di benessere interno vuol dire che abbiamo a che fare con una casa poco o per niente isolata.
E’ stato individuato un parametro oggettivo e quindi uguale per tutti che identifica il livello ideale di confort: si considera sempre un livello standard ritenuto ottimale, che comprende una temperatura interna registrata di circa 20 gradi centigradi e di un livello di umidità che rimane su un livello prossimo al 50%.
Volete sapere in modo semplice quanto la vostra abitazione ha necessità di un buon intervento di isolamento termico? Valutare se la temperatura ideale di 20 gradi riesce a resistere in condizioni di non aiuto è sicuramente un primo passo, e lo possiamo fare autonomamente e con pochissimi passaggi… vediamo quali!
- portate la temperatura interna al valore di 20 gradi centigradi e successivamente spengete il termostato in modo che non possa intervenire a supporto durante gli orari notturni;
- lasciate questa situazione per tutta la notte e al mattino seguente verificate nuovamente la tempratura registrata.
Dopo due-tre giorni in questo modo potete valutare il differenziale registrato… fino ad 1-2 gradi di differenza la situazione è buona, non ci sono grossi interventi da effettuare, qualora fosse di 3-4 gradi è opportuno fare dei correttivi, oltre i 5 gradi è chiaro che c’è un serio problema e che la casa non riesce a trattenere il calore o il fresco generato con gli opportuni sistemi.
Il benessere termico non è ottimale? Intervenire sulle intercapedini è una buona soluzione low-cost!
Sei arrivato a questo punto e hai notato una discrepanza tra i valori riscontrati che ti fa capire che il livello di isolamento in casa è carente? Come si può ovviare a questo?
Il mercato oggi offre molte soluzioni di pregio, dalle caldaie a condensazione all’uso di sistemi di riscaldamento a pavimento, fino a materiali isolanti di ogni genere.
Non manca anche la soluzione più utilizzata, soprattutto per grandi edifici con più abitazioni al suo interno, ossia l’utilizzo di un cappotto termico; questa è una valida opzione ma non è di certo a buon mercato, inoltre è spesso complessa da attuare nel momento in cui si ha a che fare con condomini o con edifici sottoposti a vincoli architettonici (soffermarsi sulle problematiche e limitazioni per ottenere il via libera sarebbe cosa troppo prolissa).
Se il vostro budget non è tale da consentire lavori di ristrutturazione importanti, esiste un modo low-cost ma dai risultati assolutamente positivi già nel breve periodo, ossia quello dell’isolamento delle intercapedini attraverso insufflaggio di schiume isolanti ad alta prestazione.. spieghiamo in breve di che cosa si tratta.
Un’intercapedine altro non è che lo spazio vuoto presente tra due pareti in muratura parallele tra di loro, pratica presente in molte abitazioni datate che veniva considerata come un modo per isolare termicamente e prevenire problematiche relative alla formazione di umidità in casa (questo perché una parete esterna in mattoni può assorbire l’umidità da esterno e drenarla tramite lo spazio vuoto dell’intercapedine, evitando che possa arrivare in casa).
Il problema sta soprattutto sullo spessore che si utilizza per progettare queste intercapedini; con il passare degli anni si sono costruite case con vuoti sempre più importanti di spessore.. in certi casi anche di 20-30 centimetri; è ovvio che in una situazione simile il beneficio apparente si ribalta, diventando controproducente.
Il vuoto delle intercapedini rischia di contribuire alla creazione di vere e proprie correnti d’aria, con dispersioni termiche anche elevate (di che tipo? È presto detto: nei mesi caldi l’aria fresca tende a non rimanere all’interno della casa, disperdendosi nell’ambiente esterno e facendo entrare, di contro, aria calda e umida. Nei mesi freddi accade il contrario e l’aria calda dei riscaldamenti tende ad uscire rendendo la casa fredda ed inospitale).
Per ovviare a questa problematica è possibile riempire il vuoto che è presente nell’intercapedine… se optiamo per dei materiali performanti e che lasciano comunque traspirare la parete, si otterranno degli ottimi risultati in termini di isolamento termico (minimizzazione delle correnti d’aria, conseguimento di un risparmio energetico importante).
Abbiamo citato poco fa gli isolanti espansi, ma perché non provare anche altri materiali come fiocchi di cellulosa, lana di roccia o lana di vetro? Nonostante non si possa discutere sulla loro qualità, il problema vero sta nel fatto che non si tratta di isolanti che lasciano traspirare correttamente la parete e che la loro capacità di riempimento della parete è limitata rispetto ad un isolante espanso.
Per questo l’utilizzo di una schiuma espansa traspirante (quest’ultima è considerata da molti addetti ai lavori come un isolante termico altamente performante), consente di ottenere ottimi risultati già nel breve periodo in quanto riescono ad inserirsi in tutti gli spazi vuoti della muratura interna, senza lasciare spazi liberi).
Come si effettua l’intervento? Procedendo per punti:
- si può partire indistintamente dalla parete interna o da quella esterna (quest’ultimo caso solo se si è non oltre il quarto-quinto piano) utilizzando un apposito macchinario comprensivo di tubo per l’insufflaggio del materiale. Sono sufficienti 2-3 operatori massimo per questo intervento, non è necessario avere autorizzazioni di alcun tipo e lo possiamo fare anche all’interno di un singolo appartamento condominiale;
- nell’arco di una sola giornata si libera la parete presa in esame (nella quale è presente l’intercapedine) e si pratica un reticolo di fori di pari distanza e diametro (utili per il passaggio del tubo);
- tramite l’apposita tubazione si inserisce la schiuma partendo dal basso e procedendo in alto fino al riempimento definitivo di tutta la parete;
- in seguito si effettua la chiusura e rasatura dei fori, cosi da non lasciare una parete forata al cliente (ad esso spetta solo di imbiancare nuovamente).
L’intervento non è particolarmente complesso ma deve essere effettuato da personale competente e del settore, di conseguenza si sconsiglia sempre di effettuare lavori di insufflaggio “fatti in casa”.
Senza spendere cifre particolarmente rilevanti riuscirete a recuperare fino a tre-quattro gradi rispetto alla precedente situazione, migliorando il vostro livello di benessere abitativo e conseguendo un ottimo risparmio energetico, aspetto fondamentale perché vi consentirà di ammortizzare nel corso di pochi anni la spesa sostenuta fino ad arrivare addirittura a guadagnarci!