I termini amianto o asbesto sono termini generici e sono utilizzabili come sinonimi per definire un gruppo di silicati naturali appartenenti alla famiglia degli anfiboli e del serpentino caratterizzati da una morfologia di tipo fibroso. Composizione: circa il 50% è biossido di silicio, mentre la percentuale degli altri costituenti come
l’ossido di ferro, l’ossido di magnesio, etc. è variabile. Si tratta di silicati di magnesio idrati, disposti in catena, salvo la crocidolite che è un silicato di sodio e di ferro
Una volta separato dalla roccia madre, l’amianto dà un materiale dalla caratteristica struttura fibrosa: può presentarsi in fibrille isolate oppure in fasci di fibre. La caratteristica principale di questi minerali è quella dunque di sfilacciarsi e separarsi in fibre estremamente fini che possono raggiungere diametri inferiori a 0,1 𝜇m.
Ad esempio, il crisotilo è costituito da fibre circonvolute, di lunghezza variabile fino a 5 cm e diametro compreso tra 0,7 e 1,5 micron, mentre le fibre di crocidolite possono raggiungere anche gli 8 cm.
La loro struttura li rende utilizzabili in una vasta gamma di applicazioni industriali (industria tessile, materiali da costruzione, industria della carta, industria navale, industria chimica e cosmetica etc). Si tratta di fibre sostanzialmente dotate di:
– incombustibilità,
– resistenza alle alte temperature,
– resistenza all’usura,
– resistenza all’aggressione delle sostanze chimiche,
– resistenza alla trazione,
– virtualmente indistruttibili,
– facilmente filabili,
– estremamente flessibili,
– dotate di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti.
Tuttavia l’amianto presenta anche rischi significativi per la salute umana a causa della loro associazione con malattie polmonari mortali (tra cui asbestosi, carcinoma polmonare,mesotelioma pleurico)
Si precisa che la pericolosità dell’amianto è legata: alla possibile dispersione di fibre nell’aria e alla friabilità del materiale.
La normativa italiana – Decreto Ministeriale 14 maggio 1996, Decreto Legislativo 9 aprile 2008 Numero 81, Titolo IX, Capo III – considera e regolamenta come amianto i minerali appartenenti a due gruppi mineralogici principali, quello degli anfiboli e quello del serpentino:
- Crocidolite (noto come amianto blu): Na2(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2, varietà fibrosa dell’anfibolo Riebekite;
- Amosite (noto come amianto bruno): (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2, varietà fibrose degli anfiboli appartenenti alla serie Cummingtonite-Grunerite;
- Antofillite: (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2, varietà fibrosa dell’anfibolo ortorombico;
- Attinolite: Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2, varietà fibrosa dell’omonimo anfibolo;
- Tremolite: Ca2Mg5Si8O22(OH)2, varietà fibrosa dell’omonimo anfibolo;
- Crisotilo (noto come amianto bianco) : Mg3Si2O5(OH)4, varietà fibrosa del serpentino.
Aspetto macroscopico di alcuni minerali amiantiferi
Il riconoscimento di tali minerali non è affatto semplice: la sicura determinazione della presenza di fasi amiantifere risulta però pressoché quasi impossibile (solo ed esclusivamente da un esame macroscopico di tali minerlai in rocce), a causa della natura particolarmente omogenea dal punto di vista macroscopico di queste fasi (ad esempio tra il crisotilo, varietà amiantifera dei serpentini, e antigorite e lizardite, varietà non amiantifere dei serpentini).
Al microscopio ottico in luce polarizzata è possibile però individuare il crisotilo solo se ben cristallizzato e dall’aspetto asbestiforme, oppure l’antofillite (se avete dei vetrini possiamo eventualmente analizzarli). Per determinazioni più rigorose occorrono analisi al TEM (microscopia elettronica a trasmissione) o difrattometria RX.
CRISOTILO (amianto bianco): aspetto macroscopico e al microscopio elettronico
In alto: AMOSITE (amianto bruno): aspetto macroscopico e al miocroscopio elettronico; in basso: CROCIDOLITE (amianto blu): aspetto macroscopico e al miocroscopio elettronico
La normativa italiana – Decreto Ministeriale 14 maggio 1996, Decreto Legislativo 9 aprile 2008 Numero 81, Titolo IX, Capo III – definisce una fibra asbestiforme nociva per la salute, ovvero pericolosa, sulla base di parametri morfologici: diametro massimo pari a 3 μ e lunghezza minima di 5 μ e un rapporto lunghezza/larghezza (diametro) ≥ 3:1.
Una fibra per essere considerata respirabile deve soddisfare i seguenti requisiti: lunghezza superiore o uguale a 5 micron e larghezza (diametro) inferiore o uguale a 3 micron.
Il rischio legato alla presenza di amianto si ha dunque quindi quando sono verificate entrambe le condizioni sopra citate, sia quella morfologica che quella mineralogica.
L’individuazione accurata di minerali amiantiferi è quindi essenziale per valutare i rischi per la salute umana e per l’industria.
Grazie all’analisi macroscopica dei campioni a mano ad occhio nudo e con l’ausilio di lente da geologo risulta essere del tutto impossibile valutare la presenza di una o più delle specie mineralogiche appartenenti alla famiglia degli amianti, ma l’analisi macroscopica risulta essere essenziale per individuare i litotipi che tipicamente possono ospitare le suddette specie mineralogiche.
Nel caso specifico le litologie che possono ospitare minerali amiantieri sono:
-
Rocce metamorfiche del sistema chimico basico o, in minore quantità, marnoso, tipicamente metabasiti (prasiniti alpine) e scisti anfibolitici;
-
Rocce metamorfiche del sistema ultrabasico in genere, in particolare serpentiniti, serpentinoscisti e talcoscisti.
All’interno delle rocce potenzialmente amiantifere, la formazione dei minerali della famiglia degli amianti può essere favorita da particolari condizioni strutturali, come la presenza di sistemi di fratture e zone di taglio, nella quali risulta essere favorita la circolazione di fluidi.
Devi effettuare delle analisi di rocce potenzialmente amiantifere su rocce a campione a mano e in sezione sottile con microscopio ottico?
Contatta lo studio →